Più forte di prima: il viaggio di Germana tra sport e resilienza. Affrontare il tumore senza arrendersi: il potere del movimento e del supporto delle persone giuste per non sentirsi soli

Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollare. Quando una diagnosi inaspettata spegne la luce della normalità e lascia spazio alla paura, alla solitudine, al dubbio. Ma a volte, proprio nel buio più profondo, si accende una scintilla di speranza. È la forza di chi sceglie di non arrendersi, di chi trova un appiglio in un luogo sicuro, fatto di persone, di sorrisi, di movimento e di vita.

Questa è la storia di Germana, che ha trovato nel nostro club non solo un posto dove allenarsi, ma una famiglia che l’ha sostenuta in ogni passo del suo cammino. Perché la forza non è solo nei muscoli, ma nel cuore, nella condivisione, nel sentirsi meno soli.



 

Da quanto tempo frequenti il Club e cosa ti spinge a tornare ogni anno?

Frequento questa palestra da anni e mi sono sempre trovata bene. Sono stata accolta da tutti, dalla reception agli istruttori, e non ho mai cambiato perché una volta che ci si abitua, si sta bene. Poi qui c’è tutto: per quale motivo dovrei cambiare?

 Questa palestra è stata la mia costante, il mio punto di riferimento anche quando ho scoperto di avere un carcinoma al seno. Non l’ho mai abbandonata perché non ho mai sentito il bisogno di nascondere il mio disagio; anzi, condividerlo con voi, e soprattutto con Giuliano, mi ha aiutata a ritrovare un equilibrio e un po’ me stessa.

 

Che cambiamento fisico hai riscontrato in palestra prima e dopo la diagnosi?

Più che un cambiamento, è stata una continuità: allenarmi regolarmente prima della diagnosi mi ha permesso di non trovarmi totalmente impreparata, sia fisicamente che mentalmente, di fronte a questa nuova sfida.

 

Hai avuto uno switch mentale dopo la diagnosi?

Ho acquisito una forza diversa. Mentalmente, ho cercato di non vedermi come una malata, ma di intraprendere un percorso di accettazione che mi aiutasse a non fare di questa esperienza la mia unica definizione.

 Fisicamente, invece, all’inizio ho faticato: la pausa per l’intervento ha reso difficile riprendere le attività che facevo prima. Però ora ho una routine di allenamento adatta alla mia condizione attuale.

Un altro piccolo ostacolo è stato riprendere la costanza, ma abbiamo organizzato gli allenamenti in modo che si integrassero perfettamente ai miei impegni e spostamenti, eliminando qualsiasi scusa. Durante la radioterapia, per esempio, ho scelto di allenarmi prima della terapia, così, non essendo di Teramo ma di Torricella, ero “obbligata” a venire.

 


Come ti ha supportata il Club in questo percorso?

Fate sentire a casa, ma soprattutto date attenzione alle persone, e questa non è una cosa scontata. Ho visto nei vostri occhi dispiacere, ma anche comprensione e la volontà di aiutarmi a superare questo ostacolo.

Mi sono sentita importante, parte di questa struttura, e non solo una semplice cliente.

 

Se la Germana di oggi potesse parlare alla Germana di prima?

La Germana di prima aveva un altro vissuto: credeva in certe cose, si arrabbiava facilmente. La Germana di oggi vede la vita con occhi diversi e l’apprezza di più.

Anche le piccole cose che faccio per me stessa, come venire in palestra, ora le vivo in modo più consapevole: le faccio perché ci credo, perché fanno bene alla mente e al corpo.

La condivisione è stata fondamentale. In famiglia ho aspettato a parlarne per non creare preoccupazioni in un momento delicato per i miei figli. Avere voi come sostegno, invece, è stato prezioso.

 Quando si entra in palestra non si è soli: sei libera di scegliere con chi rapportarti, ma sai anche che, se ne hai bisogno, puoi sempre trovare una mano pronta ad aiutarti.

 

Quale consiglio finale vuoi dare?

Ovviamente consiglio a tutti di ritagliarsi del tempo per l’attività fisica, ma voglio sottolineare un altro aspetto: è importante imparare a confrontarsi.

Quando si entra in una palestra, è giusto farsi aiutare e lasciarsi guidare fino a quando non si acquisisce sicurezza negli esercizi e nell’uso degli attrezzi.

Chiedere aiuto fa paura, ma farlo non ci rende più deboli. Anzi.


IL COMMENTO DEL NOSTRO FITNESS MANAGER GIULIANO ROSSI



Quando si programma un allenamento per una donna con tumore, è fondamentale considerare diversi fattori, tra cui il tipo di tumore, il trattamento in corso e le condizioni fisiche generali.

Prima di iniziare il percorso con Germana, ho consultato un medico specializzato per valutare le sue limitazioni fisiche e le raccomandazioni cliniche. Ho adottato metodi di Mental Coaching per supportare il suo benessere psicologico e motivarla.

Dalle valutazioni iniziali, ho notato che aveva limitazioni nella forza e nella resistenza, quindi ho strutturato il suo allenamento su più livelli:

Esercizi aerobici come camminata e acquagym per migliorare la resistenza cardiovascolare.

Allenamento di forza, con lezioni di funzionale e sessioni in sala attrezzi con pesi leggeri e esercizi a corpo libero per mantenere e aumentare la massa muscolare.

Mobilità e flessibilità, con Pilates ed esercizi di stretching per migliorare la mobilità articolare e ridurre lo stress.

 Abbiamo iniziato con 2-3 sessioni settimanali, aumentate poi a 5, dividendo le sedute tra lavoro aerobico e di forza. Ogni sessione durava 30-45 minuti con un’intensità moderata, per rispettare il suo livello di energia e affaticamento.

Ho incluso lezioni di gruppo per favorire la condivisione e la motivazione, e introdotto tecniche di respirazione e suoni a 432 Hz (calma e armonia) e 528 Hz (frequenza dell’amore) durante le sessioni di Pilates per aiutare a gestire lo stress e l’ansia.

L’allenamento per una persona con tumore deve essere personalizzato e sempre basato sulle condizioni specifiche della persona. La priorità è il benessere e la sicurezza. Con il giusto supporto e un approccio mirato, l’attività fisica può migliorare significativamente la qualità della vita e rendere il corpo più forte durante le terapie.

 Un aspetto fondamentale è stato costruire con Germana un rapporto basato su empatia e fiducia. Il percorso è stato impegnativo per entrambi, ma vedere il suo sorriso e la sua sicurezza crescere ogni giorno è stata una delle esperienze più gratificanti della mia carriera.


LA FORZA DI UN PERCORSO CONDIVISO

Germana sa che il cammino percorso l’ha resa più forte, non solo nel corpo, ma anche nello spirito. Guardandosi indietro, vede paura e fatica, ma soprattutto il coraggio di non essersi arresa e la bellezza di aver trovato un sostegno autentico.

Grazie al nostro club, allo sport e alla condivisione, ha riscoperto il piacere di sentirsi viva, di prendersi cura di sé, di non essere sola.

Perché la vera vittoria non è solo superare le difficoltà, ma farlo con il cuore pieno di speranza, accanto alle persone giuste.

 














 






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